Non c’è tempo da sprecare
Le ACLI di Roma e provincia in prima linea contro lo spreco alimentare. In due anni (da gennaio 2019 a gennaio 2021) l’associazione, grazie al progetto “Il cibo che serve”, è riuscita a recuperare ben 174.630 kg di cibo la maggior parte durante il periodo di lockdown. Nello specifico sono state salvate dallo spreco 85mila kg di pane, 72mila kg di ortaggi e frutta, 15.300 kg di prodotti a lunga scadenza, 330 kg di pesce e 2000 kg di salumi. Tutto questo grazie a una vera e propria rete di solidarietà che ha coinvolto 71 realtà solidali, 160 esercenti donatori e che ha permesso di raggiungere 5000 persone ogni giorno.
Per questo, in occasione della Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare, che ricorre domani 5 febbraio 2021, le ACLI di Roma e provincia hanno messo in campo diverse iniziative, a cominciare dalla realizzazione di una cartolina di sensibilizzazione che ha come slogan “Non c’è tempo da sprecare – recuperiamo le eccedenze per creare valore sociale, economico e ambientale”.
Proprio nella giornata di domani, tutti i nuovi sviluppi de “Il cibo che serve” saranno presentati dalla presidente delle ACLI di Roma, Lidia Borzì nell’ambito del web talk “Stop food waste. One health, one planet”, promosso da Fondazione Enpam con Piazza della Salute, ACLI di Roma aps, SprecoZero, Fondazione FICO, Centro Agroalimentare Bologna IPSEOA V.Gioberti Trastevere Roma, Lions International, Crescere insieme. Il talk sarà in diretta a partire dalle 16.30 sulle pagine Facebook e Youtube delle ACLI di Roma.
Inoltre, è stato realizzato il fotolibro “Cibo libera tutti” che racconta con immagini significative proprio le attività della Buona Pratica “Il cibo che serve”, con uno speciale focus all’impegno svolto durante il lockdown nel 2020. Dalle raccolte speciali di generi alimentari grazie alla generosità degli esercenti della rete solidale delle ACLI di Roma, alle campagne di sensibilizzazione volte a promuovere l’importanza di rimanere a casa e rispettare il distanziamento sociale sulla pagina Facebook e Instagram del progetto.
Il tema del contrasto allo spreco e del recupero delle eccedenze alimentari che possono essere reinserite nei circuiti di solidarietà è stato al centro anche dell’incontro di ieri promosso dalla AS Roma, attraverso la Fondazione RomaCares al quale è intervenuta anche la presidente, Borzì per presentare la buona pratica de “Il cibo che serve”. L’appuntamento, svolto presso la sala Conciliare del Municipio Roma I Centro, fa parte di un percorso che prevede per tutto l’anno il coinvolgimento da parte dell’AS Roma di istituzioni, cittadinanza, associazioni e realtà̀ impegnate, sia a livello globale che locale, per discutere su diversi temi che hanno caratterizzato gli ultimi 150 anni della storia della Capitale.
«La sfida contro lo spreco alimentare – dichiara Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma aps – non ammette perdite di tempo. Per questo abbiamo scelto di rappresentare per questa giornata una clessidra, dentro la quale è racchiuso il futuro del nostro pianeta. Da 6 anni il nostro progetto “Il cibo che serve” ci permette di recuperare cibo ancora buono da mangiare per trasformarlo in una preziosa risorsa, seguendo il principio “aiuta chi aiuta”. Infatti, il progetto chiama in causa tutti i soggetti della sussidiarietà, mettendo insieme pubblico e privato, profit e no profit. Una buona pratica di economia circolare per cui il cibo, a un passo dal diventare rifiuto, si trasforma in una risorsa che produce un valore che vale per cinque: ambientale, economico, sociale, educativo e per la salute».
«La pandemia – aggiunge Borzì – nell’ultimo anno ha cambiato pesantemente le carte in tavola portandoci a fare i conti con un aumento esponenziale dei bisogni anche tra le fasce di popolazione più insospettabili. Allo stesso tempo abbiamo sperimentato un consistente aumento nelle donazioni di eccedenze, generate anche a causa dei continui stop and go, da parte degli esercenti della nostra rete solidale, che nonostante le difficoltà non si sono mai tirati indietro e hanno dato vita a una vera e propria gara di solidarietà che ci ha permesso di far arrivare sulle tavole dei bisognosi alimenti preziosi per la salute, come ad esempio il pesce, la frutta e la verdura.
“Il cibo che serve”, quindi in questi mesi è cresciuto esponenzialmente rappresentando di fatto uno strumento essenziale per sostenere tantissime persone che a causa del Covid hanno perso il lavoro e si sono ritrovate a vivere situazioni di estremo disagio. Per loro, oltre a fornire il nostro aiuto attraverso il cibo, abbiamo anche messo in campo il nostro segretariato sociale, che ha puntato a prendere in carico la persona garantendo l’esigibilità dei diritti, il contrasto alle povertà economica, ma anche educativa e relazionale».