“Recuperiamo il pane per i più fragili”: la presidente Lidia Borzì intervista da InTerris

“Recuperiamo il pane per i più fragili”: la presidente Lidia Borzì intervista da InTerris

  • Postato: Apr 27, 2020
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“Non sprecare il pane è un dovere verso coloro che ne sono privi. Oggi a causa dell’emergenza sanitaria viene a mancare il pane a migliaia di persone che, pur tra mille difficoltà quotidiane, prima della pandemia non ne avevano mai sofferto la mancanza”.

Sono le parole della presidente delle ACLI di Roma, Lidia Borzì, intervista da InTerris sulle azioni messe in campo dal progetto di recupero alimentare “Il cibo che serve” per consegnare alle persone più fragili pane e cibi freschi.

Durante il lockdown chi si rivolge al vostro segretariato sociale per chiedere aiuto?

“L’emergenza coinvolge in modo prioritario i senza fissa dimora e coloro che vivono tutto l’anno situazioni di fragilità. In pandemia ci arrivano, però, molte richieste di aiuto anche da persone e nuclei prevalentemente monogenitoriali che finora erano sempre riusciti ad affrontare da soli le difficoltà e che, prima del lockdown, riuscivano in qualche modo a restare in linea di galleggiamento senza dover ricorre al sostegno di realtà assistenziali”

A chi si riferisce?

“Ai piccoli negozianti ridotti sul lastrico dall’emergenza sanitaria, ai lavoratori a giornata, agli occupati in nero, a badanti e persone che prestavano servizio nelle case. Non ce la fanno a dare da mangiare ai figli e per la prima volta in vita loro chiedono aiuto ad associazioni di volontariato ed enti caritativi. Per questo alle ACLI di Roma abbiamo messo in piedi un centralino di segretariato sociale al quale arrivano in continuazione richieste di auslilo da parte di fasce sociali che finora erano sempre riuscite a cavarsela da sole”.

Voi recuperate il pane. Qual è il valore in pandemia della lotta allo spreco alimentare?

“Il pane è un alimento semplice ma non è un semplice alimento. Il pane è un cibo primario ma ha anche una grande simbologia. Compagno deriva etimologicamente dal latino “cum-panis”, essere compagni significa condividere il pane. In questo periodo di distanziamento sociale obbligato, la condivisione del pane è ancor più un segno di vicinanza. Durante il lockdown tante famiglie sono tornate anche a fare il pane in casa. Non sprecare il pane è un dovere verso coloro che ne sono privi. Oggi a causa dell’emergenza sanitaria viene a mancare il pane a migliaia di persone che, pur tra mille difficoltà quotidiane, prima della pandemia non ne avevano mai sofferto la mancanza”

Spezzare insieme il pane ha anche un significato religioso…

“Sì e ciò è tanto più sentito ora che per le misure anti-contagio i credenti sono costretti a rinunciare all’Eucarestia. Non sprecare il pane e anzi condividerlo è anche un’esigenza spirituale e religiosa. Il pane è portatore di una serie di significati che vanno oltre il cibo. Significa anche tenere in vita legami che con il distanziamento reale non si posso concretamente esprimere”

Come sta andando durante il lockdown la raccolta del pane?

“E’ molto aumentato in pandemia il recupero di eccedenze alimentari. Stiamo riscontrando una diffusa generosità da parte di forni e anche di ristoranti chiusi dal blocco delle attività che mettono a disposizione dei più bisognosi non solo le eccedenze ma anche le materie prime”.

FONTE: INTERRIS