Una meringa che fa primavera
Stamattina sono uscita presto di casa, faceva freddo e il colore del cielo era di un blu così profondo che per un attimo mi sono chiesta se fosse davvero mattina o se mi fossi svegliata nel bel mezzo della notte.
Mentre camminavo pensavo a quanto ciò che abbiamo intorno a noi è in continuo mutamento: le stagioni cambiano i colori della natura da un giorno all’altro. Come da un giorno all’altro è fiorito l’albero di ciliegio che si vede dalla mia finestra.
Quando abitavo con mia nonna a Potenza c’era un albero di ciliegio proprio simile a questo. Era fuori il cancello del cortile. Ricordo che in primavera andavo sempre a staccare i fiori e che puntualmente mia nonna, per paura che i vicini si arrabbiassero, mi minacciava dicendomi che non avrei fatto merenda.
Intanto, mentre si affacciano questi ricordi nei pensieri, sono entrata a fare colazione sotto il forno che c’è sotto casa mia, proprio accanto a quell’albero di ciliegio. Al classico cornetto ho aggiunto una meringa colorata che ho notato in un piccolo angolo del banco. Mentre continuavo a guardare quell’albero, incredula per quanto potesse essere bello, ho dato un morso alla meringa.
Mamma mia, era così buona che i miei occhi si sono chiusi e l’immaginazione ancora una volta ha preso il sopravvento. Ecco che sento la voce di mia nonna.
“Laura il forno è aperto, vuoi le meringhe?”
“Nonna?”
“Sbrigati che devi finire di studiare, a tua mamma poi non la voglio sentire!”
“Ehm si, va bene, allora finisco e vado!”
Non so come ma mi ritrovo seduta su quell’enorme poltrona girevole della cameretta di mio zio. Sì cameretta, aveva così tanti fumetti, videogiochi e miniature varie, che quella sembrava di più la tana di un sedicenne.
Seduta con i piedi a ciondoloni sulla sedia guardo il libro aperto a pagina 26. Il titolo è : “Impariamo le tabelline”. Le tabelline? Odio la matematica, la odio non voglio imparare le tabelline voglio fare merenda! Guardo il calendario: 12 settembre 2002, 2002 ? Ho otto anni? Dopo anni di countdown per finire la scuola ora devo ricominciare ? Però guarda che sole che c’è fuori e quel ciliegio che sta lì tutto colorato, devo andare a raccogliere tutti i fiori!
La porta della cameretta si apre lasciando intravedere una mano rugosa che dolcemente posa sul mobiletto un piattino con tre meringhe: una bianca, una rosa e una celeste.
Ci aveva pensato nonna. Come sempre.
“Le sono andata a prendere io così quando viene mamma a prenderti hai fatto tutti i compiti”
“Nonna voglio uscire a raccogliere i fiori”
“Cinque minuti, il tempo che finisci di fare merenda e torni”
Mia nonna non aveva fatto nemmeno in tempo a finire di parlare che una mano era già appesa al ramo di ciliegio intenta a tirare via il primo fiorellino, con l’altra divoravo quella soffice meringa. Com’era buona. Nonna mi sorrideva dalla finestra e io ero così felice.
Quella meringa di una fredda mattina romana aveva il sapore di casa, profumava di ciliegio in fiore e di fumetti pieni di polvere. Più la masticavo più sentivo le mani ruvide di nonna, consumate dai detersivi e dalle fatiche della vita, ma sempre calde come il sole in primavera.