Febbraio tra il rosso del radicchio e il verde del kiwi
Con il sottofondo delle canzoni del festival di Sanremo, ecco bussare alle nostre porte febbraio: il mese più corto dell’anno. L’ultimo sprint dell’inverno. Il mese del carnevale e di San Valentino! E intanto, mentre succedono tutte queste belle cose, febbraio ci tiene per mano e ci accompagna verso i sentieri e i colori della primavera.
A proposito di colori, oggi ci sentiamo un po’ “impressionisti” e sulla nostra tavolozza mischiamo il verde del kiwi e il rosso tendente al viola del radicchio. Scopriamo insieme qualche curiosità su questa coppia di frutta e ortaggi.
“Nel bel mezzo dell’inverno, ho infine imparato che vi era in me un’invincibile estate”.
(Albert Camus)
Li vuoi quei kiwi?
Un po’ bruttino fuori, ma buonissimo dentro. Il kiwi ogni anno vince l’Oscar del benessere. Non ci sono dubbi. La questione, invece, è aperta su come sbucciarlo. C’è chi è team coltello e si impegna a togliere con precisione chirurgica tutta la buccia. E chi fa il tifo per il cucchiaino, affondandolo sulla polpa gialla e verde, come se si trovasse davanti a un dessert. A noi la scelta, l’importante però è che alla domanda “Li vuoi quei kivi?”, rispondiamo sempre “Sì”.
Perché?
- Il kiwi ha più vitamina C di un’arancia: 1 kiwi al giorno copre il fabbisogno giornaliero di vitamina C (60 mg).
- Il suo alto contenuto di fibre aiuta la digestione.
- Ricco di potassio e vitamine, ma povero di sodio. E’ perfetto dopo la corsetta mattutina o l’allenamento in palestra.
E poi il kiwi è anche un magnifico estetista. Se vogliamo idratare e nutrire la pelle dai residui delle abbuffate natalizie, possiamo creare, infatti, una maschera a base di kiwi, yogurt e olio d’oliva. E non ci azzardiamo a buttarne la buccia, perché è piena di proprietà. Dopo averla lavata accuratamente, facciamola diventare l’ingrediente segreto dei nostri frullati.
Radicchio, tutto il rosso del benessere
Fun fact: nell’antica Grecia il radicchio veniva utilizzato come una vera e propria terapia per curare l’insonnia. Dopo questa escursione nel Partenone, spostiamoci nella nostra penisola. Il radicchio rosso ha il suo quartier generale nella provincia trevigiana. Dove si coltiva la sua varietà più pregiata, quella tardiva, frutto della scoperta casuale di un contadino che dopo aver eliminato le foglie ormai marce di un normale radicchio rosso, trova al suo interno un cuore ancora sano.
Sinonimo di leggerezza e digeribilità, il radicchio rosso ci aiuta ad abbassare il colesterolo nel sangue e a disintossicare l’organismo. È composto per la maggior parte da acqua e fibre, ma è ricco anche di nutrienti come vitamine, soprattutto la C, K e del gruppo B, e potassio.
In padella, al forno, alla griglia, come ripieno per piatti a base di carne. O protagonista dei risotti. Su come cucinarlo campo libero alla fantasia. E’ buonissimo anche crudo, da aggiungere sull’insalata insieme a noci e scaglie di grana. Un’unica attenzione: mentre lo cuciniamo, ricordiamoci che le sue proprietà nutritive sono nella buccia.
Quindi non facciamola appassire!