Suor Alena, Asilo Figlie della Carità. #facciadapane

Suor Alena, Asilo Figlie della Carità. #facciadapane

“In Cecoslovacchia, durante il regime comunista, dovevamo portare il cibo alle famiglie povere quasi di nascosto. Le stesse famiglie si vergognavano. La mattina presto e la sera facevamo il giro delle case. I miei genitori e i miei parenti hanno lavorato per chi non ce la faceva con discrezione e pazienza, tanta pazienza.”

Suor Alena, 52 anni. Asilo delle Figlie della Carità
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Padre Alberto Monnis, rettore del Collegio dei Padri Somaschi. #facciadapane

Padre Alberto Monnis, rettore del Collegio dei Padri Somaschi. #facciadapane

“Per noi la basilica è un luogo di incontro. La Bellezza con la B maiuscola non sta nelle splendide pitture, ma nell’incontro con chi ha bisogno, con chi viene qui e sa che può trovare non soltanto un pasto caldo ma anche persone che sanno ascoltare. E comunque è bello vedere le persone bisognose che, oltre ciò che consumano qui durante i pranzi della mensa, prendono un po’ di pane per la cena. Il pane offre loro un po’ di carica per andare avanti. Il pane regala loro energia, non solo fisica, ma anche spirituale. Poi è un pane buonissimo, figurati!”

Padre Alberto Monnis, rettore del Collegio dei Padri Somaschi, Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino.
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Antonio Italiano, Basilica dei Santi Alessio e Bonifacio. #facciadapane

Antonio Italiano, Basilica dei Santi Alessio e Bonifacio. #facciadapane

“Vengo da Terranova di Pollino, provincia di Potenza. Ho lavorato una vita nella previdenza sociale, ed ora che sono in pensione ho scoperto quanto sia importante servire. Io aiuto i padri della basilica di Santi Alessio e Bonifacio all’Aventino a coordinare tutto il lavoro nella mensa per i poveri, dalla raccolta alla distribuzione del cibo ai tavoli. La mia è una scelta di fede, e quello che faccio è il mio modo di credere. E poi vedere quante persone noi lasciamo ai margini mi fa venire una grande ansia, e non posso non muovere le mani, mettermi in gioco.”
Antonio Italiano, 69 anni.
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Raffaele, Eataly Roma. #facciadapane

Raffaele, Eataly Roma. #facciadapane

“Buttare pane è una delle cose più brutte che uno possa fare, secondo me. Molti ancora non si rendono conto di quanto sia importante, essenziale recuperarlo e donarlo a chi ne ha bisogno. Perché il pane non è solo una pagnotta, è qualcosa di antico, prezioso, anzi… ancora di più: è qualcosa che parla delle radici dell’uomo, della storia di ognuno di noi. Ci sono dei tipi di pane poi, certi tipi di farine, che il giorno dopo sono molto più buone. Si sente ancora di più l’odore, il sapore del grano”

Raffaele D’Errico, fornaio di Eataly Roma.
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