Giulia, fornaia #facciadapane

Giulia, fornaia #facciadapane

Ho 22 anni e di pomeriggio lavoro qui nel rione San Saba, nel panificio che mio padre ha aperto nel 1988. La mattina vado all’università, il mio corso di laurea è Economia. La sera dopo cena studio fino a tardi. Chi me lo fa fare? I valori familiari soprattutto, e la voglia di continuare qualcosa di bello. Io ho fatto la tesina di maturità sul pane: ho trovato il pane nella filosofia di Kierkegaard, ho letto “Vino e pane” di Ignazio Silone, che è un libro stupendo… Il pane è una metafora. Il pane è stato sulla tavola di ogni persona, del potente come del povero: ce l’hanno tutti. Ed il pane ha un valore familiare, è qualcosa che unisce. Un pezzo di pane è il simbolo della risposta alla fame e alla povertà. Un’umile fetta di pane con olio e pomodoro può sfamare un povero, ed è per questo che siamo nella rete del “Pane A Chi Serve”.
Mi piacerebbe dopo la laurea aprire un forno all’estero, in Francia o in Germania, portare lì la nostra cultura alimentare. Certo, oggi dobbiamo combattere contro il prezzo della farina che si alza, con la fatica di ogni giorno, ma se non ci crediamo noi ragazzi e ragazze nel futuro, chi ci deve credere?

Giulia Cantarelli, 22 anni, Il Pane di San Saba
#facciadapane